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Da una parte una città difficile come Milano, con le sue dilaganti brutture e le sue nascoste bellezze, dall'altra uno scrittore e un pittore, con le loro idiosincrasie e il loro sguardo. Sottoponendo la città al fuoco incrociato delle rispettive incursioni, Michele Mari e Velasco Vitali hanno lottato, prima ancora che con il loro oggetto, con la propria mente, per liberarla da quell'abitudine e da quegli automatismi percettivi che impediscono la "visione". Accostandosi alle piazze, alle chiese, agli edifici industriali, ai quartieri come fosse la prima volta, Mari e Vitali hanno intuito (in latino intuire significa "vedere dentro") la segreta personalità, a volte l'insospettabile fascino: chi avrebbe mai pensato che anche piazzale Loreto, come Berlino, ha un cielo pieno di angeli? Città non turistica per eccellenza, Milano ha assecondato gli autori nel proposito di tenersi il più lontano possibile dallo spirito di una guida: di conseguenza, non sempre sono i luoghi più illustri della città a godere dell'attenzione maggiore; al contrario spiccano le scelte sentimentali, quelle che fanno del Museo della Scienza e della Tecnica o di un vecchio deposito tramviario luoghi magici e discontinui al tessuto urbano. Così chi percorrerà questo libro avrà l'impressione di muoversi in una città sconosciuta, una città fantasma.